Arriva il monito del CPT, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa: la vita dei detenuti nelle carceri italiane deve migliorare.
Il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti e delle Punizioni Inumane o Degradanti ha denunciato le condizioni di vita dei detenuti nelle carceri italiane in seguito a una visita avvenuta lo scorso anno. Il rapporto mette il focus sulle condizioni dei detenuti in carceri di media e alta sicurezza, al trattamento dell’isolamento e in particolare quello diurno, al sovraffollamento e alla violenza tra i detenuti.
Il problema principale delle carceri italiane è il sovraffollamento: nel 2019 gli istituti di sicurezza avevano 50.514 posti disponibili, ma i detenuti erano più di 60.000. Nel carcere di Monza è la stessa polizia penitenziaria ad aver più volte denunciato l’eccessivo numero di detenuti all’interno dell’istituto.
Il sovraffollamento ha ricadute dirette sulle condizioni di vita dei detenuti, poiché ciascuno di loro ha meno di 3 m2 di spazio vitale nelle loro celle, mentre il CPT raccomanda uno spazio di almeno 4 m2. Condizioni così estreme portano a problemi di convivenza e quindi a una escalation di atti di violenza nei confronti dei detenuti, del personale di sorveglianza e ovviamente non mancano atti di autolesionismo dei carcerati.
La gestione del 41-bis deve essere rivalutata
Il report del CPT punta il dito anche contro il regime del 41-bis e in particolare si chiede la fine dell’isolamento diurno, che prevede di far passare l’unica ora all’aperto durante la giornata in completa solitudine, senza che il detenuto abbia contatti con qualcuno; un trattamento ritenuto ingiustificabile e dannoso per la salute.
Infine, è stata posta l’attenzione anche sulla situazione delle detenute donne le quali dovrebbero essere sottoposte a misure di tutela più specifiche, e ai detenuti transessuali, spesso vittime di atti violenti e di prevaricazione che mettono a rischio la sicurezza e la dignità della persona coinvolta.
La risposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio risponde così al rapporto del Cpt: “E’ vero le nostre carceri sono sovraffollate, abbiamo ampi progetti per ridurre questa criticità. Un progetto a lungo termine riguarda la dismissione delle vecchie carceri, come Regina Coeli che può essere venduto sul mercato, prevedendo la costruzione di nuove case, ma anche un progetto a lungo termine, soluzione più ambiziosa e definita, di utilizzare una serie di edifici, a cominciare da caserme dismesse, che hanno struttura compatibile con il carcere”.
E ha poi continuato: “Con pochi soldi potremmo ristrutturare queste caserme dismesse e questo ci consentirebbe una detenzione differenziata per i detenuti condannati per reati di diversa gravità, con uno sfoltimento della popolazione carceraria con queste caserme che sono molto diffuse, e che hanno degli spazi compatibili con una delle funzioni essenziali della pena che è quella rieducativa, attraverso la pratica dello sport e il lavoro all’interno dello spazio carcerario”